lorenzo palazzo
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La Chiesa S. Maria delle Grazie, il Monastero dei Verginiani XI-XVI sec.(fra loro comunicanti) e la Cappella del Calvario, formano il Complesso Conventuale di S.M.delle Grazie, costruito fuori dalla Cinta Muraria Urbana. Quest'area Extra Moenia, posta tra la zona Cimiteriale e l'Arco Porta Nuova, in passato è stata interessata da misteriose apparizioni (a volte interpretate in vari modi). Nel contesto, si ritiene opportuno citarne alcune:
Il Gatto Colorato (la hatta culurèta, in dialetto): era un gatto selvatico che appariva sulle pendici basse del monte, in zona Serrone, vicino l'area circostante l'uscita a forma di grotta di un percorso sotterraneo, interrotto da smottamenti. (NB. il percorso, secondo la memoria orale, era un passaggio segreto che dal cortile interno del Castello attraversava il borgo medievale, oltrepassando le fortificazioni urbane). La colorazione del Gatto, era dovuta ai suoi grandi occhi misteriosi, che di notte emanavano riflettenti lampi colorati.
Il Cavallo senza Testa: si narrava in passato, delle improvvise apparizioni di un cavallo, che s'aggirava, specie nei paraggi dell'area antistante l'ingresso dell'Arco Porta Nuova. Scalpitante e irrequieto, il cavallo s'impennava sul crocevia, fuori l'Arco della cinta muraria. La particolarità di questa apparizione, era la sua possente figura, priva della testa.
Altra mostruosa presenza avvistata nelle notti di luna piena, lungo l'antico stradone in selciato (dopo il Calvario e l'ex mulino), negli angoli delle strade, nei vicoli in penombra e nell'area della Porta Nuova, era il Lupo Mannaro - licantropo (in dialetto, pumbunère) che con le sue trasformazioni, spaventava e aggrediva i malcapitati. Sullo stradone dopo il Calvario ci sono state anche alcune visioni di Monaci Incappucciati.
È presumibile che, inconsciamente l'immaginario collettivo, abbia localizzato le apparizioni, specialmente fuori dall'ambiente sicuro e protetto dell'abitato medievale. Luoghi, extra moenia, periferici ed incerti, senz'altro frequentati da tante insidiose ed oscure presenze, fenomeno chiamato con il termine dialettale "la mala cosa".
Oltre a quanto già detto, c'erano altre entità misteriose che apparivano in tutto l'abitato compreso l'intra moenia, tra le quali:
L'onnipresente, piccolo e dispettoso Scazzamariello (in dialetto, scazzamariédre - nb.leggere la d, non dentale ma palatale - con la punta della lingua sotto il palato). Lo scazzamariello era anche un folletto che disturbava il sonno, posandosi sui piedi e sulla pancia del dormiente. Gli si attribuivano le colpe per ogni azione malriuscita, ma era anche rivelatore di piccole fortune (simile al napoletano munaciello).
La presenza notturna della Vecchia Strega - megera (scianèra in dialetto) che spaventava i bambini, aveva la capacità di introdursi nelle abitazioni a porte chiuse, facendo malefizi.
La gente, per difendersi dalla sua intrusione notturna usava lo stratagemma di mettere la scopa, lo scopino o la spazzola di saggina dietro la porta d'ingresso. La megera - scianèra, si fermava a contare le centinaia di sottili steli di saggina. Spesso, sbagliando il conto, ricominciava di nuovo il conteggio fin quando il sole sorgeva e la strega era costretta alla fuga.
Un'altra presenza misteriosa (probabilmente da non confondere con lo scazzamariello) era il Monaco col Vento (moneche a viénte, in dialetto), si posava sul petto in modo tale da far togliere il respiro. Segno premonitore di una eventuale grave condizione di salute.
Altro mistero era la Processione dei Morti che, dal Cimitero, saliva lo stradone in selciato prima del Calvario e percorreva il centro urbano. La Processione era visibile solo tramite una bacinella d'acqua con l'immagine riflessa delle anime in corteo. Si ricorda il racconto dell'incauta vecchietta che incuriosita, si avvicinò carponi al buco della gattaiola (hattère in dialetto). Con mano tremante, per far luce, mise fuori la lampada ad olio che con un soffio secco... fu subito spenta. La vecchietta ebbe tre giorni di coliche con febbre alta.
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