Chiesa romanica di San Pancrazio - Sedini, Provincia di Sassari

Daniele Vitiello

Chiesa romanica di San Pancrazio, superstite di un monastero del XII
Il monastero si strutturava attorno a un cortile quadrato. Nell'edificio superstite a E sono evidenti i conci di ammorsatura dei fabbricati che formavano i bracci N e S. L'ambiente sopravvissuto è voltato a botte ogivale, con una serie di fori che segnano il livello di un perduto solaio ligneo.

Michele Marras

La chiesa di S. Pancrazio sorge su un modesto rilievo collinare in agro di Sedini ed è in realtà l’unico
ambiente superstite di un monastero, forse il priorato cassinese di S. Pietro di Nurchi. La trasformazione in
aula di culto dedicata a S. Pancrazio sopravvenne all’antica funzione d’uso, probabilmente di erboristeria e
farmacia. Il titolo cassinese è documentato per la prima volta nel 1117, quando la chiesa di S. Pietro risulta
già edificata per volontà del donnicello turritano Gonnario de Lacon, il quale nel 1120 la dona a
Montecassino con l’assenso della moglie Elena de Gunale-Zori e delle figlie Vera e Susanna de Lacon-Zori.
Il monastero si strutturava attorno a un cortile interno, probabilmente quadrangolare e chiuso a est dall’edificio superstite (largo m 5,69), nel cui muro occidentale restano le sagome di ammorsatura delle volte a
botte, che coprivano i bracci nord e sud, interamente distrutti al pari di quello ovest. L’ambiente superstite
comunicava a ovest con il cortile, a sud con l’esterno, mediante portali architravati e tagliati a filo; sopra
quello meridionale si erge un campanile a vela. Nei tre prospetti originariamente esterni, il paramento
murario è in cantoni di media pezzatura di calcare candido, listato da radi filari in trachite scura e dunque
definito in bicromia secondo tecnica propria della seconda metà del XII secolo. In diversi conci bassi della
cortina esterna è incisa la sagoma di una scarpa da pellegrino, lunga cm 24 circa. All’interno si aprono nei
fianchi una fila di armadi quadrangolari e (in quello ovest) la cappa di un camino. Lungo l’imposta della volta
a botte ogivale aggettano mensole destinate a sorreggere un ammezzato ligneo, forse funzionale
all’essiccazione delle erbe, poiché aerato da una serie di fori passanti, ottenuti con il risparmio di un concio.

Sardinia's hugs

Particolare chiesa campestre che si trova su una collinetta. Ha caratteristiche che la rendono piu' simile ad una piccola fortezza piu' che ad un luogo di culto. Le aperture per la luce somigliano piu' a feritoie e all'interno pare ci fosse persino un camino. Non e' sempre possibile visitarne l'interno ma e' la muratura esterna che regala sorprese: infatti e' costellata di simboli devozionali, fra cui tantissimi "plantapedis", ossia "orma del pellegrino", un simbolo che erano soliti scolpire e disegnare i pellegrini nel loro cammino spirituale/devozionale. Ma se cercate bene troverete molto di piu'! E' una tappa ideale se vi affascinano le storie sui simboli alchemici, esoterismo, templari e similia. Ci si arriva serenamente in auto. Si trova a 100m di distanza dal punto parcheggio. Se avete un fuoristrada ci arrivate davanti (ma sarebbe carino non farlo). Non andateci se non comprendete il senso di certe energie, non avra' molto da offrirvi in quel caso. Non e' per tutti. Fa parte del "cammino del pellegrino di Anglona".

Ivano Di Stefano

Bellissima Chiesa posta su un colle molto alto dal quale ammirare un paesaggio spettacolare. La chiesa spesso chiusa ma vale la pena ugualmente visitare il posto. La strada è sterrata e leggermente in salita, non ci vogliono macchine particolari

Angelo Scaramella

Molto bello da vedere,peccato non aver potuto vedere l interno

DOMENICO PINNA

San Pancrazio, secondo alcuni studiosi, era situata all’apice di una croce virtuale, formata dall’unione con gli altri monasteri circostanti, meta di pellegrinaggio in quel periodo storico.

Ai giorni nostri la chiesa si può visitare a metà maggio, il giorno della festa di San Pancrazio, ma all’esterno è possibile ammirare lo stesso i simboli particolari presenti.

Pianeta Disabile

Purtroppo la chiesa, situata sulla sommità di una collina da cui si vede il territorio circostante, è chiusa e incustodita

Valentino Gola

Peccato non poter vedere l'interno