Museo Civico Di Taverna - Taverna, Provincia di Catanzaro

alfredo M.

Questo museo è stato realizzato all'interno di un edificio risalente al 1400, che fu sede del convento dei domenicani. Tra le opere esposte, si possono ammirare le numerose tele di Mattia Preti, di indescrivibile bellezza, e di suo fratello Gregorio. Troviamo inoltre opere di Mimmo Rotella, Angelo Savelli e tanti altri dipinti d'arte contemporanea.

Rossella B.

Per chi ama l'arte è assolutamente da visitare sia il museo che la chiesa. Molto bella dipinti di Mattia Preti

francesco T.

Piccolo ma ottimo museo,una delle "chicche" che può nascondere la Calabria. Il percorso museale è ben studiato e può fare invidia ad altri musei più gettonati. Sul personale sospendo il giudizio,ho avuto l'impressione che alcuni siano avulsi al contesto. Alle domande rispondevano in modo gentile ma evasivo e in alcuni casi dichiarando che erano lì da poco (!!). Nel complesso il giudizio è largamente positivo,la perfezione è una utopia. Visitatelo,ne vale veramente la pena.

M M.

Disponibilità ed accoglienza strepitosa.
Sono gentilissime le ragazze che accompagnano durante il percorso.
Complimenti.
Taverna capitale della cultura 2027 sarebbe meritatissimo

Giampiero G.

È un museo piccolo ma assolutamente da visitare, perché ospita capolavori di grandi pittori come Mattia Preti.

Francesco B.

Nonostante la visita il giorno di Ferragosto il personale super disponibile e gentile.
Prezzo di ingresso per la Chiesa e l'esposizione di arte contemporanea e dipinti antichi (oltre all'esposizione fino a Ottobre 2021 su strumenti musicali del Barocco Napoletano 5€ adulto 3€ over 60 .
Dipinti di Mattia Preti mozzafiato .

Antonio M.

Presso il palazzo comunale, sito molto interessante, anche se le opere di Mattia Preti sono poste nelle chiese di S.Domenico e S. Barbara

Gina V.

La commedia dell’assurdo.
Atto I. Non è certamente una passeggiata arrivare a Taverna. Ma cosa non si farebbe per fruire di splendidi capolavori? Beh, purtroppo arrivate in loco la fruizione ci è praticamente stata negata. 5€ di biglietto per visitare una piccola sala dove il fiore all’occhiello della collezione permanente - Jaele che uccide Sisara di Gregorio e Mattia Preti - non c’era: il motivo? Non bene specificato, forse riallestimenti in corso (durante gli orari di apertura al pubblico)
Atto II. A biglietto pagato, attesa di quaranta minuti per visitare la chiesa di San Domenico, compresa nel prezzo (altra assurdità): dovevamo attendere la fine della celebrazione religiosa. Fortunatamente la chiesa è un capolavoro, ma le opere sono sacrificate a scapito di una pessima illuminazione:
Atto III. Non è stato possibile visitare i complessi chiesastici di San Martino e Santa Barbara perché chiuse. Meglio non elencare le motivazioni.

Riassunto: una città che si auto-definisce città d’arte dovrebbe fare di tutto per far sì che l’arte sia godibile e non segregata in uno scrigno inaccessibile.