Ittiri, Abbazia Romanica di Nostra Signora di Paulis - Ittiri, Provincia di Sassari

Giovanni Delrio

Abbazia nata molto probabilmente su una struttura nuragica , infatti la presenza di una sorgente adiacente e molti nuraghi intorno sono una chiara dimostrazione. Essa trasmette una bellissima sensazione. Sul luogo si percepisce la magnificenza della struttura. Inutile dire che si potrebbe fare molto, tanto. Un luogo dove fare una passeggiata e perdersi nella ricerca dei dettagli, copiosi ma non evidenti.

Eleonora

È un abbazia antichissima,molto bella,peccato che e' in un completo stato di abbandono,ricoperta dalla vegetazione.Presenta dei dettagli particolari e doveva essere una struttura enorme un tempo.Il cancello e' chiuso ma si può accedere di lato, attraverso un passaggio di fortuna,facendo sempre molta attenzione.E' un vero peccato che non venga curata. Affascinante e misteriosa,da vedere.

Giorgio Pegoretti

L'abbazia di Nostra Signora di Paulis fu impiantata nel 1205, a seguito di una donazione da parte del re di Torres Comita II ai Benedettini cistercensi, e restò in attività come comunità monastica fino al XV secolo. Le murature, in pietra calcarea, presenta le caratteristiche delle maestranze cistercensi operanti in Sardegna fra XII e XIII secolo.
Il complesso, ridotto a rudere, è stato restaurato a più riprese. Resti del chiostro e di alcuni ambienti del convento adiacente all'abbazia si individuano intorno all'edificio principale.
La chiesa era a croce "commissa", cioè a tre navate scandite da arcate su pilastri e transetto poco sporgente. Sul transetto si affacciavano l'abside a pianta quadrata e due cappelle, una per lato. Gli spazi erano voltati a botte. Nella parete N dell'abside, perfettamente orientata, si trovava un armadio; nel lato opposto si apriva una finestra a croce latina. Nel lato E del coro si apriva una bifora sovrastata da una monofora (richiamo alla Trinità) in cui si collocava una formella con croce greca.

vittoria pinna

Bellissima si possono vedere ancora dei particolari decorativi delle colonne e nell'abside due bellissimi dipinti. Forse un tempo era fruibile ma ormai la vegetazione sta prendendo il sopravvento.

mauro collu

Splendide rovine di un'antica abbazia; della chiesa restano in piedi l'abside e alcuni ambienti laterali; purtroppo versa in stato di abbandono

Paolo Bini

Fortuna vista passando, bellissimo

Mauro Marinoni “Nino”

Resti di una abbazia romanica molto belli ma totalmente abbandonati. I pochi metri di strada dalla provinciale sono sconnessi, il logo è chiuso e l'erba alta.

Ivano Di Stefano

Il territorio fra Uri e Ittiri offre un paesaggio che alterna dolci colline ad aspri rilievi di roccia sedimentaria. Nostra Signora di Paulis è sorta lungo il tracciato di una strada romana, poi detta "s'istrada de sos Padres" poiché collegava quest'abbazia a quella, pure cistercense, di Santa Maria di Corte in territorio di Sindia. Deve il suo nome dalla zona paludosa in cui fu edificata, da cui la denominazione Paludis o Padulis.

Descrizione
L'abbazia di Nostra Signora di Paulis fu impiantata nel 1205, a seguito di una donazione da parte del re di Torres Comita II ai Benedettini cistercensi, e restò in attività come comunità monastica fino al XV secolo. Le murature, in pietra calcarea, presenta le caratteristiche delle maestranze cistercensi operanti in Sardegna fra XII e XIII secolo.
Il complesso, ridotto a rudere, è stato restaurato a più riprese. Resti del chiostro e di alcuni ambienti del convento adiacente all'abbazia si individuano intorno all'edificio principale.
La chiesa era a croce "commissa", cioè a tre navate scandite da arcate su pilastri e transetto poco sporgente. Sul transetto si affacciavano l'abside a pianta quadrata e due cappelle, una per lato. Gli spazi erano voltati a botte. Nella parete N dell'abside, perfettamente orientata, si trovava un armadio; nel lato opposto si apriva una finestra a croce latina. Nel lato E del coro si apriva una bifora sovrastata da una monofora (richiamo alla Trinità) in cui si collocava una formella con croce greca.